31 maggio 2014

Grazia di strozzapreti al gambero rosso





Ricetta per 4 persone

Ingredienti:

500 gr. di strozzapreti freschi;
100 gr. di piselli sgusciati;
250 gr. di funghi;
150 gr. di gambero rosso sgusciato;
200 gr. di pomodorini Piccadilly;
100 gr. di prosciutto a dadini;
2 spicchi d'aglio:
1 bicchiere di vino bianco;
1 bicchiere di latte;
fumetto di gamberi;
prezzemolo q.b.;
sale q.b.;
olio d'oliva.     



Sgusciare i gamberi (lasciatene qualcuno intero per la decorazione) e
preparate un fumetto con le teste e il carapace.
In una padella abbastanza capiente soffriggete l'aglio con poco olio.
Aggiungete i gamberi e poco dopo il vino, lasciate sfumare e aggiungete i
funghi affettati, il pomodoro tagliato a metà, i piselli; salate e continuate
la cottura aggiungendo di tanto in tanto il fumetto di gamberi filtrato.
Quando tutto sarà cotto unite il prosciutto e il latte e lasciate restringere
il sughetto.



Cuocere nel frattempo gli strozzapreti in abbondante acqua salata , scolate e
condite con il sugo.
Mescolate bene, aggiungete prezzemolo fresco tritato e servite.
Buon appetito


Valentina Costa

Francesca consiglia... Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia



Cari lettori e care lettrici,
il libro di questa settimana è il romanzo d'esordio di Alessandro D'Avenia, insegnante di Lettere e sceneggiatore. Ho voluto sottolineare questo aspetto perchè il libro narra delle esperienze di alcuni adolescenti alle prese con la scuola, i primi amori, le prime delusioni.
La storia è raccontata in prima persona dal protagonista, Leo, e si svolge per l'intero anno scolastico. Leo è un sedicenne particolare. Abbina ad ogni cosa che vive un colore. Il colore della passione e dell'amore è il rosso, rosso come i capelli della ragazza che ama, Beatrice. Ha paura del bianco, è un colore che secondo lui “non ha confini” anzi, non è un colore, è silenzioso e quindi triste.
I suoi pensieri fissi sono Beatrice e il calcio. Poi c'è Silvia, la sua migliore amica e, solo all'ultimo posto, la scuola.
Questa gerarchia cambia però quando in classe entra un nuovo professore di filosofia, soprannominato “il Sognatore” che, con la passione per il suo lavoro, riuscirà a coinvolgere Leo e a spronarlo a lottare per realizzare i propri sogni. Leo decide così di dichiararsi a Beatrice ma scopre che lei è malata di leucemia.
Inizia qui una lotta tra quel rosso che tanto ama e quel bianco, che è la leucemia, che tanto gli fa paura. Un libro toccante, che tratta temi attuali e che porta il lettore ad amare, gioire e soffrire con il protagonista.
Non lasciatevi ingannare. Non è una storia di adolescenti Per adolescenti, ma adatta a tutti e a chiunque nella propria vita abbia trovato il coraggio, dopo una grande sofferenza, di credere che qualcosa di più grande e di migliore possa ancora succedere.
Buona lettura. Alla prossima settimana.

Francesca Taormina

Francesca consiglia... Nessun Dove di Neil Gaiman


Cari amici e amiche,
il romanzo di questa settimana è un po' particolare, in pochi ne conoscono l'esistenza. A me è stato consigliato da due carissimi amici ed è entrato nella categoria personale “I 30 libri che mi hanno lasciato a bocca aperta”.
Richard Mayhew è un uomo d'affari molto tranquillo, con una vita normale. Un giorno, a seguito di un atto di generosità, viene catapultato in un mondo strano e bizzarro. Al suo interno ci sono dei personaggi improbabili, come una ragazza di nome Porta che è inseguita da persone che vogliono ucciderla, un angelo che vive in un salone pieno di candele, un signore che vive sui tetti, ratti intelligenti e un Conte. E poi c'è un ponte che fa la guardia alla via che porta a Knightsbridge, dove vive il Popolo delle Fogne. Richard riuscirà ad uscire da quel labirinto che è la Londra sotterranea? Da quella sorta di mondo parallelo?
La scrittura è molto semplice e la lettura scorrevole. Le descrizioni sono molto dettagliate, sia per quanto riguarda i luoghi di Londra, sia per le scene che all'interno di essi si svolgono. Una storia d'avventura surreale che costringe il lettore a voler leggere capitolo dopo capitolo per capire e vedere cosa succederà al protagonista.
Particolarmente indicato a chi ama il mistero e...l'oscurità.

Buona lettura. Alla prossima.

Francesca Taormina

Consigli make-up

Sicuramente il sogno che accomuna tutte le donne è quello di avere una pelle

perfetta,luminosa, senza discromie e imperfezioni. Ma cosa fare per avere una

pelle migliore e quindi più bella? Idratazione e detersione sono le parole chiave!

 Uno scrub a settimana aiuterà la nostra belle a purificarsi e bere tanta acqua

la renderà più liscia e luminosa.

Lo step successivo è scegliere il fondotinta che più si adatti alla nostra pelle e alle nostre esigenze.

Ecco qualche consiglio utile per scegliere quello perfetto:

• Deve intonarsi il più possibile alla vostra pelle, provatelo sul viso per evitare lo stacco viso-collo.

• Se avete una pelle mista o tendenzialmente secca optate per un fondotinta fluido (BBcream, a

base d’acqua,ecc..)

• Se avete una pelle grassa invece la scelta dovrà cadere su fondotinta in polvere o compatti

effetto “MAT” oppure su fondotinta minerali sempre in polvere o compatti.

Monica Minnitti

La Clownterapia

Cosa è la Clownterapia?

L'utilizzo della clownterapia, straordinaria tecnica di benessere psico-fisico, ha la tendenza ad essere utilizzata con lo scopo di divertire, distrarre ma, ancor di più, con la finalità, la modalità precisa di andare ad alleviare l’elevata tensione attraverso il movimento, la risata, con l’obbiettivo di alleggerire il livello di ansia dato dall’ambiente e dalla situazione stressante.

Quando nasce? La clownterapia veniva inizialmente applicata da Angelo Paoli (sacerdote
Italiano)attraverso le sue molteplici attività caritative: si travestiva da buffone e si truccava per far sorridere i malati.

L’origine della clownterapia moderna, è attribuita al medico Hunter Adams (noto come Patch Adams)

Il caso di Norman Cousins:

Tra gli anni settanta e ottanta gli Stati Uniti hanno dimostrato le proprietà terapeutiche della risata. Esemplare è il caso del giornalista scientifico Norman Cousins affetto “daspondite anchilosante”( Si tratta di un’alterazione delle articolazioni che porta progressivamente alla paralisi.). Il suo caso ha permesso di rivalutare gli effetti provocati dalle emozioni sul sistema immunitario. Cousin decise di provare a curarsi ridendo, nutrendosi per tre o quattro ore al giorno di film comici, e assumendo quotidianamente per flebo 25 grammi di vitamina C. Contro ogni previsione, Cousin nell’ arco di un anno guarì. Un recente studio canadese, ha scientificamente confermato che il buon umore difende dalle infezioni.

Ridere attiva tutte le parti del corpo umano: il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Anche la chimica del sangue si modifica, in quanto, tanto più la risata è esplosiva e spontanea, tanto più diminuisce la tensione e si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee. È ormai provato che il buon umore e la fiducia rafforzano l’organismo aumentando le difese immunitarie, mentre stati depressivi favoriscono l’insorgere di malattie.

 
L’associazione di Clown terapia di cui faccio parte si chiama “RIDI CHE TI PASSA”

nata il 17 Aprile 2012, come naturale conseguenza di un “lavoro” di ricerca, di crescita personale e professionale maturata negli anni dai clown responsabili dell’associazione
Valeria Paladino “LUNA” e Sergio Sorgi “SERGIOLO”.
Composta attualmente da 36 soci.
Il nostro servizio di volontariato si svolge ogni settimana all’interno dell’ospedale Cervello di Palermo nei reparti di Ortopedia, Pediatria e Ortopedia Pediatrica.
Collaboriamo anche col reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civico e Benfratelli G. di Cristina e M. Ascoli di Palermo.
Ogni mese svolgiamo servizio in una casa di riposo di Bagheria e partecipiamo a numerosi eventi socio-culturali a Palermo.
L'Associazione RIDI CHE TI PASSA nasce da chi del sorriso...“ne ha fatto una ragione di vita, Chi, nelle sue mille sfumature, l'ha trasformato in un ideale, Chi, abbracciando la sofferenza altrui, ne ha fatto un tatuaggio indelebile, una firma, quella di un clown, che nonostante i pregiudizi e l'indifferenza del mondo, combatte con l'unica arma a sua disposizione...la semplicità di un naso rosso, l'umiltà di un sorriso”.


La mia esperienza:
Mi chiamo Giulia, ma nel mio essere Clown il mio nome è Aurora, in segno dell’Aurora Boreale portatrice di colori ogni volta che si manifesta.
Questa stupenda avventura ebbe inizio a Settembre, quando subito dopo un colloquio mi venne detto di essere stata scelta e di lì a pochi giorni iniziò il corso di formazione clown.
In questo periodo imparavamo l’efficacia della clown terapia, i suoi benefici, i suoi metodi e mentre ci preparavamo a questo ognuno di noi preparava se stesso, con la scelta del suo nome clown e con la creazione del proprio camice.
Alla fine dei primi 2 mesi teorici il 19 Gennaio 2013 entrammo per la prima volta in corsia.
Ufficialmente diventammo clown.
Da quando sono Aurora, ho scoperto tante cose, ho capito qual è il colore e il sapore vero della vita, ho capito quanto un sorriso possa essere prezioso e importante.
Dei tanti bambini che ho incontrato in questo viaggio, ricordo il coraggio, la loro semplicità celata nell’innocenza che solo i bambini hanno e che porto sempre con me.
Porto con me gli occhi di tutte le mamme che con gli occhi lucidi e pieni di lacrime che mi hanno insegnato quanto possa essere potente la forza e il coraggio di amare di una madre.
Penso che aver scelto di essere Clown sia stata una della migliori cose che potessi fare.
Vivo questa meravigliosa realtà, questo mondo ogni giorno perché è la più bella di tutte, perché questa è vera vita, quella che si vive a 360°.


Concludo con una poesia che descrive il mio essere Aurora “ Pittrice di me stessa, improvvisa e vivace regalo la mia arte, con mani di seta allungo le mie dita per dipingere nel blu il rosa tenero..della dolcezza infinita il giallo smagliante.. di un’esplosione solare il verde intenso..e poiché non ho voce e la mia passione non tace.. disegno nel cielo una pioggia di luce.” Ecco perché Clown, Ecco perché l’Aurora.

Giulia Fiammella







30 maggio 2014

Cloe's Gang - Locked out of heaven




Cloe's Gang - Labyrinth




Cloe's Gang - Call me




Cloe's Gang - Teardrop




Cloe's Gang - Talk'n about revolution





Cloe's Gang





Cloe's Gang - Don't let me down






Filmato 4 Torino: Il museo nazionale del cinema alla Mole Antonelliana




3°filmato Torino: Fiume Po e Parco del Valentino




2°filmato Torino: Giardino reale e mercato dei fiori




1°filmato Torino. Palazzo madama!




Numero 11 rivista Postillare

29 maggio 2014

INVOLTINI DI VERZA


Gli ingredienti( x 6 persone):

-un cavolo verza 
-1/2 kg di tritato di maiale(o la salsiccia)
-50g di emmenthal 
-una spolverata di parmigiano
-due carote
-una cipolla 
-vino bianco
-sale, pepe e paprika dolce qb 
-un dado classico
-qualche fiocchetto di burro
-olio extravergine di oliva

Procedimento:
Prendere dal cavolo le prime 6 foglie, lavarle e sbollentarle fino a quando diventeranno morbide, poi metterle in un piano a sgocciolare. In una padella, abbastanza capiente versare due cuchiai d'olio e fare soffriggere la carota, la cipolla e il resto del cavolo tagliato a' la jiulienne. Salare, aggiungere il tritato o la salsiccia (verrà molto più gustoso in questo ultimo caso), aggiungere mezzo bicchiere di vino e lasciare sfumare. Aggiungere pepe e paprika. Continuare la cottura, fino a quando le verdure saranno morbide, aggiungendo di tanto in tanto il brodo di dado(che dovete preparare prima). Fate asciugare l'acqua di cottura e fate riposare per qualche minuto il tutto. Versare una quantità di verdure stufate su ogni foglia e cospargere di emmenthal grattuggiato. Chiudere gli involtini, ripiegando prima i bordi laterali verso l'interno e poi arrotolando l'avvoltino su se stesso. Adagiare gli involtini su una pirofila antiaderente, assicurandosi che la parte di chiusura sia rivolta verso il basso. Cospargere la superficie della teglia con parmigiano grattugiato e fiocchetti di burro, in modo tale da formare una appetitosa crosticina. Infornare a 180°C per 30'. Servire ben caldo. Buon appetito!

Ricetta di Valentina Costa

26 maggio 2014

Storia del Teatro: Il teatro Latino.

Ritorniamo ad analizzare l'evoluzione del teatro lungo la linea del tempo che va dall'antica Grecia ai giorni nostri, qualche settimana fa abbiamo visto come ha avuto origine il teatro nella cultura ellenica per poi affrontare la nascita della drammaturgia di cui sempre i greci sono i padri fondatori. Oggi andremo ad analizzare le differenze e parallelismi tra il teatro Greco e il teatro Latino. Come sicuramente sappiamo la cultura greca ha influenzato molto il pensiero anche della popolazione dell'antica Roma, e le testimonianze stanno ad esempio nel fatto che avevano diverse divinità in comune a volte con nome differente (Zeus-Giove, Afrodite-Venere ecc.). Così come in gergo teatrale la "Palliata" era per i Romani la commedia e la "Cothurnata" era invece la tragedia. Si trattava però di generi teatrali latini di importazione greca, dunque le rappresentazioni erano comunque costituite da argomentazione, personaggi, ambientazione e il titoli delle opere tutte di origine ellenica. Le vere e proprie rappresentazioni latine di origine e argomentazione romana nacquero circa un secolo più avanti (II secolo a.C.), commedie e tragedie in queste caso erano chiamate rispettivamente "Togata" e "Praetexta". I nomi di "Palliata" e "Togata" derivano dal modo di vestire degli attori rispettivamente greci e romani. Il Pallio infatti era una mantellina color porpora dallo stile piuttosto semplice in contrapposizione a quello più complicato della Toga romana. La Cothuranta invece prendeva il suo nome dai Cothurni, degli stivali dalla suola molto alta indossata dagli attori greci. La Praetexta, infine, prendeva il nome da una tunica con decorazioni color porpora che indossavano adolescenti, sacerdoti e magistrati, chiamata appunto toga praetexta. Inizialmente il teatro latino era privo di sceneggiature scritte a priori e di attori professionisti. Infatti le prime forme di teatro latino erano improvvisazioni di genere popolare. Il primo drammaturgo del teatro latino fu Livio Andronico. Proprio come in grecia, anche gli attori romani indossavano maschere (di uso meno frequente nella commedia, al contrario della tragedia dove era obbligatoria) per amplificare la voce e trasmettere immediatamente i corretti stati d’animo al pubblico. La grande novità del teatro Latino è la musica che accompagna le rappresentazioni:  Flauto e Tibia erano gli strumenti che accompagnavano dialoghi o scene particolari in cui il suono si faceva più acuto o più grave a seconda di ciò che stava avvenendo in scena in quel momento.  Anche la struttura del coro greco rimase inalterata, non era però presente nelle commedie dove a volte gli stessi attori dovevano recitare parti cantate. Per quanto riguarda i teatri invece, a differenze dei greci che costruivano i loro teatro in pendenze naturali artificiali, i romani spesso utilizzavano costruzioni momentanee in legno, solo a partire dall’88 a.C. si iniziarono ad ereggere costruzioni teatrali in muratura, in cui la cavea (platea con gradinate secondo il modello greco) si allontanò dal palcoscenico tanto da permettere una netta separazione dalla platea e l’utilizzo del sipario. Per quanto riguarda gli argomenti trattati, la differenza tra la tematica greca e quella romana consisteva nella mancanza di satira rivolta a personaggi contemporanei che divenne proibita a seguito dell’arresto di Gneo Nevio per aver inserito in una sua commedia una satira rivolta a Publio Cornelio Scipione. Per sfuggire a tale “censura”, Tito Maccio Plauto iniziò a nascondere tematiche e personaggi palesemente riguardanti la popolazione Romana della sua epoca sotto “travestimenti” di carattere ellenico. Infine a differenza degli attori greci che godevano di un ottima fama e buona considerazione, l’attore Romano non aveva una buona reputazione poiché veniva comparato a un “prostituto”.
Daniele Noto

Chiesa del Gesù o di Casa Professa


Il monumento che ho scelto questa settimana è Casa Professa, emblema dello stile barocco a Palermo.
L'architettura barocca palermitana è caratterizzata da sculture e decorazioni in marmo policromo sia sulle pareti che sulla pavimentazione.
La costruzione di questa chiesa fu ideata dall'architetto gesuita Giovanni Tristano e inizialmente era ad un'unica navata ma per questioni di esigenze vennero abbattutti i muri delle cappelle per creare tre navate. La sua consacrazione avvenne nel 1636. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale una bomba distrusse la cupola che fu ricostruita molti anni dopo.
L'interno è completamente ricoperto di marmi, tarsie, statue e arabeschi. La parte più bella della chiesa è la tribuna dell'abside che raffigura “L'adorazione dei Pastori” e “L'adorazione dei Magi”, ispirati ai modelli di Giacomo Serpotta. Molto importante è anche l'organo con 4 tastiere, pedaliera a raggiera e 4000 canne.


La facciata è  molto semplice rispetto all'interno e c'è una grande statua settecentesca raffigurante la “Madonna della grotta”.
Un tripudio di colori e di luci che colpisce gli occhi e il cuore di chi visita questa chiesa per la prima volta e di chi, come me, l'ha vista tantissime volte ma ne rimane comunque colpito come la prima.




Emiliana Modigliani.






Le uniche borse che non ci piacciono

Borse sotto gli occhi? Tranquille da oggi le uniche borse che avrete saranno quelle che porterete sotto braccio.
La cosa più tragica che ci possa capitare è svegliarci la mattina post party sfrenato o notte brava, specchiarci e vedere sotto i nostri occhi gonfiori scuri o rossastri. A questo punto esclameremmo: “No,  le occhiaie no!” Ma come rimediare e risollevare subito le sorti di quella giornata iniziata con l’umore sbagliato? Semplice, seguendo dei rimedi pratici e casalinghi,  senza nessuna spesa da sostenere e soprattutto testati ed efficaci!


1)I cucchiaini: non servono solo per mescolare il caffè. Se li mettiamo in frigorifero, non appena saranno abbastanza freddi, poneteli sotto gli occhi per 10 minuti. Gli effetti di sgonfiamento saranno garantiti;
2 )la camomilla: preparate un infuso di camomilla e non appena raffreddato immergete dei dischetti di cotone, metteteli sugli occhi per 10 minuti. Sentirete sin da subito una piacevole sensazione di freschezza e leggerezza, lasciandovi anche un buon odore sul viso;
3)il cetriolo:oltre ad essere buono nelle insalate è perfetto per sgonfiare le borse. I vostri occhi vi ringrazieranno!State attente solamente a non aprire gli occhi quando siete in posa, i succhi del cetriolo possono irritare le mucose; 
4)bere tanta  acqua e soprattutto dormire 8 ore a  notte, facilita sicuramente la non comparsa della tanto odiate borse
Quindi la prossima volta che questo piccolo inconveniente dovesse capitarvi, non entrate nel panico. Mettete in pratica questi metodi e nel giro di pochi minuti il vostro viso tornerà a risplendere. Garantito!


Serena Megna

Viaggio a Barcellona


Barcellona è una città piena di vita e bellezza. Mi sento anche di doverla definire, per certi versi, anche surreale, grazie agli edifici originali sparsi per la città. I più belli sono la Pedreda e la Casa Batllò del grande Gaudì ( per chi non lo sapesse si tratta del massimo esponente del modernismo catalano). Io me ne sono innamorata e non devo essere stata l’unica, dato che ben sette delle sue opere, situate a Barcellona, sono state inserite nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Gaudì fu nominato architetto capo della costruzione del tempio Espiatorio della Sagrada Familia, cominciando a costruire la cripta e poi l'abside. Da fuori è bellissima, soprattutto dalla parte della facciata con la natività. All’interno inoltre si respira un’aria magica grazie alla luce che filtrando dalle vetrate crea fantastici giochi di colore.
Imperdibile, a questo proposito, è anche Parc Guell, destinazione ideale per rilassarsi all'aria aperta tra arte e natura.
Merita una visita, raggiungibile con la funicolare, da dove si gode di un panorama unico su Barcellona: il Montjuic, sul quale si trova il castello e numerosi musei, tra cui la Fondazione Mirò.
Una gita fuori porta, cui non dovete rinunciare, è Figueres che ospita il teatro-museo di Dalì ( strepitoso!!! ). L’intera struttura che accoglie le opere d’arte del pittore è un capolavoro.
Passeggiare per la Rambla, anche di sera affollata e gioiosa e un po’ come passeggiare per Via libertà a Palermo, solo che la disposizione di strade e marciapiede è invertita. Il viale unisce Plaça de Catalunya con il Port Vell.
Una delle mete più popolari è Il mercato de La Boqueria che è  un’esplosione di colori e sapori.
Un quartiere limitrofo, da evitare la notte è invece il Raval.
Per quanto riguarda il cibo è tutto buonissimo. Piatti gustosissimi e abbondanti. Le tapas sono semplicemente degli antipasti di vario genere ( non aspettatevi però le patatine fritte!). La paella (soprattutto quella valenciana, quindi mista carne e pesce) è squisita. Da bere è sicuramente da provare la vera sangria! Per quanto riguarda i dolci, consiglio di assaggiare i churros che servono soprattutto a colazione con la cioccolata calda!
 Per chi è stato a Madrid, posso assicurare che Barcellona è diversa. Non saprei fare una classifica e non mi sento di dire quale delle due è meglio dell’altra. Credo però che in un qualche modo si completino, quindi sarebbe un peccato non visitarle entrambe.

Gradiva le differenze: forse per questo viaggiò tanto.
Jorge Luis Borges,



 Debora Collotts

Dove mangiare a Palermo: Da Bon Toast, il fast food dei toast!


E' sorprendente quanto un posticino piccolo possa essere accogliente!!!
Accanto alla libreria Feltrinelli in via Cavour si trova BON TOAST- LA TOSTERIA .


IL FAST FOOD DEI TOAST. 

Il posto é arredato come un antico locale francese! Il menu  presenta moltissime varietà di toast , anche di maxi grandezza! Particolarissimi i croque monsier , i tipici toast francesi ricoperti  ,con ottimo condimento, molto frequenti nei bar!!!
Si trovano anche le patatine a spirale, molto particolari e croccanti!

Buonissimi sono soprattutto i toast dolci! Noi abbiamo provato un toast triplo a mini torre con nutella, cioccolato bianco e crema di pistacchio: Che bontà!

Purtroppo il locale é piccolo e poiché é molto frequentato spesso potrà capitare di aspettare un poco prima di sedersi: ma ne vale la pena, quindi attendete!

Il locale é inoltre convenzionato con la Diamond card (Lo sconto del 10% tutti i giorni  e del 15% il mercoledì e il giovedì).

Il giorno di chiusura é Il martedì!



Ornella Collotta e Alessandro Viscuso

Dove mangiare a Palermo: Da Bon Toast, il fast food dei toast!

E' sorprendente quanto un posticino piccolo possa essere accogliente!!!
Accanto alla libreria Feltrinelli in via Cavour si trova BON TOAST- LA TOSTERIA .


IL FAST FOOD DEI TOAST. 

Il posto é arredato come un antico locale francese! Il menu  presenta moltissime varietà di toast , anche di maxi grandezza! Particolarissimi i croque monsier , i tipici toast francesi ricoperti  ,con ottimo condimento, molto frequenti nei bar!!!
Si trovano anche le patatine a spirale, molto particolari e croccanti!

Buonissimi sono soprattutto i toast dolci! Noi abbiamo provato un toast triplo a mini torre con nutella, cioccolato bianco e crema di pistacchio: Che bontà!

Purtroppo il locale é piccolo e poiché é molto frequentato spesso potrà capitare di aspettare un poco prima di sedersi: ma ne vale la pena, quindi attendete!

Il locale é inoltre convenzionato con la Diamond card (Lo sconto del 10% tutti i giorni  e del 15% il mercoledì e il giovedì).

Il giorno di chiusura é Il martedì!



Ornella Collotta e Alessandro Viscuso

Dove mangiare a Palermo: Da Bon Toast il fast food dei toast

E' sorprendente quanto un posticino piccolo possa essere accogliente!!!
Accanto alla libreria Feltrinelli in via Cavour si trova BON TOAST- LA TOSTERIA .


IL FAST FOOD DEI TOAST. 

Il posto é arredato come un antico locale francese! Il menu  presenta moltissime varietà di toast , anche di maxi grandezza! Particolarissimi i croque monsier , i tipici toast francesi ricoperti  ,con ottimo condimento, molto frequenti nei bar!!!
Si trovano anche le patatine a spirale, molto particolari e croccanti!

Buonissimi sono soprattutto i toast dolci! Noi abbiamo provato un toast triplo a mini torre con nutella, cioccolato bianco e crema di pistacchio: Che bontà!

Purtroppo il locale é piccolo e poiché é molto frequentato spesso potrà capitare di aspettare un poco prima di sedersi: ma ne vale la pena, quindi attendete!

Il locale é inoltre convenzionato con la Diamond card (Lo sconto del 10% tutti i giorni  e del 15% il mercoledì e il giovedì).

Il giorno di chiusura é Il martedì!



Ornella Collotta e Alessandro Viscuso

Il riciclo creativo dei tappi

Il riciclo creativo è una vera e propria arte che si esprime riutilizzando e dando valore agli oggetti in disuso o rovinati come nel caso dei ..... tappi di plastica!
  




Ancora una volta vi presento le opere artigianali di Giovanni Capizzi , hobbista palermitano , che del riciclo creativo ne fa un vero e proprio mestiere!
Questa settimana vi presento le "Tortine" fatte con  i tappi di plastica!

   



Semplici da realizzare! 

vi occorrono tappi di diversa dimensione, decorazioni come nastri , perline e roselline e un pizzico di fantasia!!


  Attaccando una calamita sul retro delle tortine eccovi divertenti magneti da frigorifero per i vostri post-it! 


  

   Le tortine possono essere utilizzate anche come bomboniera o segnaposto






 In foto la tortina si trova all'interno di un cubo di carta ,che una volta aperto, scopre un originalissima partecipazione di nozze, anche questa realizzata dal nostro amico!!
  


 Per saperne di più o per inviarci i vostri lavori creativi ,vi invito a contattarci su facebook o tramite email ai nostri contatti ! 


Grazie alla prossima !

Sabrina Lo Cicero

Joe Burnett Band


Amici ed Amiche di Postillare,
questa settimana Vi parleremo di un'altra band della Movida palermitana, la Joe Burnett Band.

Essa nasce a Palermo nel febbraio 2013 da un'idea di Giuseppe Viola, in arte Joe Burnett, che chiama a sé Enio Peritore, cantante, chitarrista e bassista, conosciuto per caso sopra il palco durante uno dei tantissimi eventi “In the rock”.
Fra i due musicisti non ci sono parole (non si presentano neppure) ma solo note e una forte sintonia: senza essersi mai visti intonano il mitico pezzo degli Shadows, “Apache”.
Il progetto di una band che portasse al pubblico il repertorio degli Shadows è nella mente di Giuseppe da parecchi anni per cui non perde tempo a contattare il Peritore che, con altrettanto entusiasmo, accetta immediatamente e lo fa anche Nicolò Pillitteri, batterista attivo e soprattutto appassionatissimo del genere, nonché provvisto di una cultura musicale abbastanza rilevante. Inizialmente si pensa di formare un trio: chitarra - voce (Enio), chitarra - solista (Giuseppe), batteria (Nicolò). Il repertorio è pressoché dominato dai brani strumentali degli Shadows. Dopo due serate, la seconda delle quali li vede sopra il palco dell’Arci Palermo durante l’edizione del Gay Pride 2013, i tre concordano nell’arricchire il loro sound inserendo il basso, ruolo che spetta ad Enio, mentre alla seconda chitarra viene chiamato Filippo Foà con cui Giuseppe, anni prima, aveva condiviso il progetto degli Arboria, e che si presta bene anche come cantante.
La priorità di questa band è quella di creare un’atmosfera musicale tranquilla e senza pretese. I suoi membri si dedicano ad un sound preciso che possa identificare la band e renderla originale nonostante faccia cover.
A questo pensa Enio Peritore, proponendo brani entusiasmanti e mai suonati prima da altri gruppi della scena palermitana: Santo e Johnny, Johnny Kid and the Pirates, The Lively Ones (con la loro mitica “Surf riders”), The Searchers, Dick Dale. Spazio anche ai Beatles con il loro pezzi più beat (“Can’t buy me love”, “Help”, “I want to hold your hands”…).
È così che la Joe Burnett Band costruisce la sua identità musicale. Il Rock’n’roll e il Beat anni 50/60 fanno da sfondo al surf più ricercato e mai banale.
Un modo come un altro di far conoscere alla gente la genesi del rock moderno e contemporaneo. Una sorta di viaggio temporale tra i suoni e le note di un’epoca che hanno cambiato la storia della musica rock.
Li abbiamo visti suonare un paio di volte e Vi possiamo assicurare, Amici, che ascoltarli è veramente divertente ed entusiasmante. Perchè loro in primis si divertono e trasmettono un'allegria che Vi coinvolgerà dall'inizio alla fine dell'esibizione.
La Joe Burnett Band si esibirà prossimamente:
-2 Giugno al CUCUJUNGEE sul lungomare di Isola delle Femmine;
-15 Giugno al Drink it, via Garibaldi.

Intanto seguiteci sempre perchè Vi terremo aggiornati con altri appuntamenti musicali.


Alla prossima.

Francesca Taormina e Bartolomeo Carota

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