E per la sezione dedicata alla “settima arte”,
date le premiazioni degli Oscar avvenuti qualche giorno fa, parleremo della Grande Bellezza il film diretto da Paolo
Sorrentino con attori italiani del calibro di... Ovviamente ne possiamo fare
anche a meno di parlare di questo film che ha letteralmente diviso le opinioni
dei critici ma soprattutto della gente che l’ha visto; ma invece parliamo di
un'altra pellicola che ha vinto l’Oscar quest’anno, anzi ne ha vinte 2: uno
come Miglior film d’animazione e uno
come Miglior Canzone, stiamo parlando
del 53° Classico Disney Frozen - il regno
di ghiaccio.
Un lungometraggio animato con la computer grafica
prodotto, appunto dalla Walt Disney
Animation Studios per la regia di Chris Buck (co-direttore dei film di
animazione come Tarzan, Surf's up) e Jennifer Lee (sceneggiatore
del film d’animazione Ralph Spaccatutto),
ispirato dalla nota fiaba del 1844 del danese H.C. Andersen La regina delle nevi, ha toccato con la
sua espressività, il suo messaggio e le sue canzoni i critici cinematografici
che hanno giustamente premiato questo capolavoro disneyano.
Da qui vivremo la storia con due punti di vista:
uno di Anna che dopo l’accaduto, va alla ricerca della sorella per chiarirsi e
riappacificarsi; dall’altro lato Elsa, che fuggita per timore di fare del male
alle persone che vuole bene, si isola su una montagna dove lì si libera dal
peso dell’oppressione subìta in tutti quegli anni sprigionando i suoi poteri
che la portano e creare un ambiente “alla sua portata”. Mi è sembrato “essenziale”
potervi raccontare una piccola porzione della trama per captare il messaggio che
il lungometraggio vuole dare: innanzitutto l’incolmabile legame che c’è sempre
tra sorelle e fratelli nonostante i caratteri diversi e le scelte che si fanno,
il voler bene la propria sorella – in questo caso – ci spinge ad affrontare
tanti ostacoli pur di riappacificarsi e ritornare ad essere le sorelle
affiatate di un tempo.
Altro aspetto che vorrei
evidenziare, e che secondo me oggigiorno si sta perdendo - soprattutto tra gli
adolescenti – è l’impazienza di conoscere la persona con la quale si vorrebbe
avere più di una semplice amicizia: il voler scavalcare “le fasi della
conoscenza dell’altro” per buttarsi subito a capofitto con le emozioni causando
così una violenza con i nostri sentimenti: a volte “si rischia di far centro” e
di trovare la persona giusta che ti sa amare per come sei, molto spesso invece
traiamo soltanto delusioni e scopriamo lati che all’apparenza non ci saremmo
mai immaginati; questo accade soprattutto nelle relazioni tramite i social
network. Una parola tira l’altra, qualcosina in comune, uno smile di troppo e si
finisce di incappare nel circolo vizioso. Dobbiamo tornare invece al dialogo,
al conoscerci realmente, agli sguardi e ai sorrisi che si fanno guardandosi
negli occhi: non è nulla di moralistico poiché il primo io uso social network
(sia per lavoro e sia per svago) ma dobbiamo essere consapevoli che conoscere
realmente una persona significa soltanto frequentandola realmente, da qui
allora anche il social network può fare da contorno. Elsa aveva ragione a non
approvare il matrimonio affrettato che la sorella e il “suo principe”
chiedevano e che da qui scaturisce la trama del film con
le sue conseguenze magiche.
Le ultime righe le voglio spendere per la
bellissima colonna sonora composta da Christophe Beck e per le canzoni soprattutto
quella che ha meritato l’Oscar Let it go
cantata da Demi Lovato e interpretato in lingua originale da Idina Menzel -
prestando la voce alla principessa Elsa – poi cantata nei titoli di coda nella
versione spagnola ed italiana dalla protagonista della serie TV Violetta, Martina Stoessel ed infine
dalla nota attrice Serena Autieri che ha prestato la sua voce nella versione
italiana. Una canzone che a mio parere esprime proprio la libertà e la forza di
ricominciare e che consiglio di ascoltare e leggere le parole: “D'ora in poi lascerò che il cuore mi guidi in
pò, scorderò quel che so e da oggi cambierò!”
Salvo Morisca
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