Alessandro Preziosi, l’attore il cui nome per molti è
associato non solo al mondo del cinema, ma anche a quello più disimpegnato
della fiction e delle serie televisive, sarà in questi giorni a Palermo per
mettere in scena il “Don Giovanni”, la ben nota opera di Molière.
Dopo le precedenti opere teatrali (Amleto e Cyrano, per la
quale ottenne il Premio Maschera d’Oro del teatro italiano 2014 per il miglior
monologo) questa volta Preziosi, completando così la trilogia di ambientazione
seicentesca, si troverà di fronte a un doppio impegno, scegliendo di firmare la
regia dell’opera di cui sarà anche protagonista.
L'opera è nota anche con il titolo di “Don Juan ou Le festin de pierre” (Don
Giovanni o Il convito di pietra). E' una commedia in cinque atti, in prosa,
rappresentata la prima volta al Palais Royal il 15 febbraio 1665 e ispirata
alla vecchia leggenda di Don Juan che aveva riscontrato un gran successo in
Spagna, in Italia e in Francia.
Si tratta dunque di un evento molto importante non soltanto
per il duplice impegno (di regista e attore) assunto dall’artista napoletano,
ma soprattutto per il valore aggiunto che in questo caso acquisirà l’opera. La performance teatrale si svolgerà sino al 17 gennaio al Teatro Al Massimo, mentre alle 18 di venerdì 15, al vicino Caffè del Teatro Massimo, si svolgerà un aperitivo di beneficenza insieme alla Compagnia del “Don Giovanni” e ai rappresentanti dell’Adricesta, onlus di cui Preziosi è testimonial.
Come ha spiegato Giusi
Di Forti, delegata per la Sicilia
dell’Adricesta Onlus: «Sarà un momento di condivisione del
percorso che stiamo facendo insieme senza, però, nulla di preordinato. Preziosi parlerà dei tanti progetti in corso
con la nostra associazione, con la quale sta collaborando con tanto entusiasmo
e generosità, ma si intratterrà con i presenti rispondendo alle eventuali
domande che gli si vorranno rivolgere. L’aperitivo che seguirà sarà un altro
bel momento di condivisione».
L’attore-regista napoletano ha scelto in questo caso un
allestimento insolito: multimediale e tecnologico, post-moderno e quasi
“cinematografico”; ciò da un lato per sottolineare la straordinaria attualità
dell’opera, dall’altro probabilmente per avvicinare al teatro i giovani che
oggi sono sempre più lontani da esso. In una società in cui regna sovrana la
finzione, in cui vengono messi in scena sentimenti ed emozioni, il Don Giovanni
sembra smascherare l’ipocrisia e la decadenza dei comportamenti.
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