20 aprile 2015

Intervista a Alexandre Vella

Ciao Alexandre! Prima di tutto ti faccio i miei complimenti, anche come persona. Sei un ragazzo d’oro!

1)      Parlaci della tua formazione da musicista e cantante

 Ciao. Grazie mille! Essere una Persona è molto più importante che essere un cantante, un musicista, un attore… anzi, puntualizzo la differenza tra essere e fare..per non alimentare l’equivoco diffuso in cui sembreremmo essere ciò che facciamo.. Io Faccio, il cantante e l’attore, ma sono Alexandre con la mia storia di bambino nato da mamma francese, nella Sicilia del papà cantante. Cresciuto circondato da strumenti musicali, da musicisti, ascoltando la musica che ascoltava papà e che cantava papà. Insomma un imprinting molto forte, molto naturale, quasi inevitabile. Le prime “farfalle allo stomaco” le ho sentite intorno ai 10 anni ascoltando una canzone di Stevie Wonder che si chiama Knocks me of my feet, una canzone meravigliosa della quale non capito assolutamente il testo, ma che era in grado di veicolarmi sensazioni forti, belle, indescrivibili a parole. A quel punto ho capito il potere comunicativo della musica,la sua capacità di essere al di sopra di qualsiasi concetto razionale, di comunicare l’indescrivibile. Ho quindi chiesto a mio padre di insegnarmi a suonarla al piano e così ho lentamente imparato da autodidatta a suonare il piano per potermi accompagnare e cantare.

2)      Quanto la famiglia ti ha aiutato a inseguire le tue passioni e i tuoi sogni?

La mia famiglia è stata determinante! Ho la fortuna di avere appunto un papà musicista e una mamma artista (si sono conosciuti lavorando nei villaggi vacanze). Insomma hanno ben chiaro quanto sia importante tentare di fare nella vita ciò per cui ci sentiamo votati.

3)      Quali sono state le emozioni che ti hanno accompagnato alla tua prima esibizione a The Voice?

La prima esibizione a The voice è stata una “bolla”. L’emozione c’era ma c’era anche la stanchezza di una lunga attesa e lo stress per il mio stato di salute. Ero raffreddatissimo e temevo un colpo di tosse, ma fortunatamente tutto bene. Noemi si è girata e in un attimo ho realizzato che ero dentro! Un bella emozione.

4)      Come ti trovi con il team di Noemi? Parlaci delle tue amicizie all’interno del programma

Col team Noemi mi trovo molto bene. I ragazzi che ha scelto sono molto bravi e tra di loro ho anche trovato degli amici. Lei è giovane ed è passata più o meno per le stesse vie e il suo vocal coach Andrea Rodini è un musicista capace che sa aiutare e consigliare bene.

5)      La cosa che piu’ ti ha emozionato durante The voice?

Esclusa l’emozione dell’esibizione, ovviamente, mi ha emozionato molto rivedermi. Stare dentro è una cosa, osservarsi da fuori e in qualche modo percepirsi diversamente è una cosa molto particolare. Così come particolare e inaspettato è stato il ritorno che ho avuto da questa breve esibizione: centinaia di persone che mi hanno contattato su fb per farmi i complimenti, per incitarmi a dare il massimo. Non me lo aspettavo affatto.

6)      Cosa ti aspetti dal programma?

Dal programma mi aspetto che mi dia l’opportunità di farmi vedere ed apprezzare, ma soprattutto che mi permetta di crescere professionalmente. Non penso che potrò vincere. Un programma come the voice segue logiche televisive dove è importante cantare bene ma è altrettanto importante essere un personaggio.Io non sono personaggio, non sono neanche più troppo giovane (31 anni) rispetto all’età dei personaggi musicali su cui si punta ultimament, anche perché la maggiore fetta di pubblico e’ tra i giovani giovanissimi che si “appassionano” più facilmente a loro coetanei. Poi il genere musicale che prediligo ovvero il soul, il funky in Italia non esistono e se ancora non esistono forse è perché non se ne sente la mancanza…
Io mi auguro nella vita di riuscire a vivere, quindi guadagnare, di ciò che amo…quindi mi auguro di ricevere questo da the voice: la possibilità di affermarmi professionalmente. 

7)      Hai anche qualche lavoro teatrale in progetto?

Per il momento ho messo tutto in standby ovviamente. Il prossimo lavoro teatrale previsto per il momento è a Novembre dove lavorerò con un regista con cui ho già lavorato e per il quale nutro grande stima,Marco Baliani.

8)      Alla fine di una intervista, noi di Postillare, facciamo sempre una solita domanda, chiediamo un segreto, qualcosa in esclusiva che non hai mai detto e che confidi solo a noi ( e da questo momento al mondo intero).

Un segreto…mmm… dai ce l’ho! Dunque… quando ero piccolo e passavo i pomeriggi a suonare e cantare a squarciagola cantavo di tutto e mi divertivo persino a cantare le canzoni di Gigi D’alessio… ecco l’ho detto… chi mi conosce e sa quanto io soulettaro e funkettaro (quindi internazionale) se la ghignerà ad immaginarmi neomelodico!!!

9)      Un saluto ai lettori!


Saluto tutti i lettori e auguro a tutti loro di riuscire a non lasciarsi schiacciare e immobilizzare dalle paure legate al futuro, per concentrarsi, con un po’ di incoscienza, su un presente in cui si persegue il sorriso, il bello, e ciò che ci fa stare bene qui e ora. Il presente è l’unica cosa che esiste e la gioia è una scelta che facciamo noi in ogni istante della nostra vita.

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