Era il 12 dicembre 1915. Esattamente un
secolo fa nasceva una figura destinata a diventare una delle star più famose al
mondo: Frank Sinatra.
Personalità poliedrica, cantante, attore,
conduttore televisivo e radiofonico statunitense di origine italiana, noto
inizialmente in America e poi in Italia a partire dall'immediato dopoguerra
grazie alle sue qualità timbriche e vocali, Sinatra comincia la carriera nel
mondo dello spettacolo inizialmente senza pensare al grande successo (un po’
come molti), ma nel giro di poco tempo comincia ad affermarsi sempre più
divenendo una vera e propria stella del cinema e soprattutto della musica.
Dopo le
prime esibizioni televisive e le prime canzoni (All or Nothing at All, I’ve got you under my skin , Strangers
in the night, That’s life, Fly me to the moon, My way, solo per citarne alcune),
a partire dagli anni ’30 Sinatra comincia ad
imporsi pian piano nel panorama musicale mondiale, per poi decollare
artisticamente negli anni ’50 e terminare la sua lunga attività nella metà
degli anni ’90. Noto in Italia
soprattutto come The Voice, in America e nel resto del mondo era conosciuto
anche con i soprannomi di Ol' Blue Eyes, Frankie, Swoonatra.
Nell'ambito della sua lunghissima
carriera cinematografica da ricordare sono senz'altro tre film girati tra gli
anni ’40 e ’50 in cui l’italo-americano ha interpretato ruoli canori di un
certo rilievo, girati in locali e teatri;
tra questi Due marinai e una ragazza, Un giorno a New York e Facciamo il tifo insieme,
per i quali gli furono conferiti importanti riconoscimenti: due premi Oscar e due Golden Globes; in questo senso
si può definire un uomo dalle mille sfaccettature, tanto brillante nelle
interpretazioni cinematografiche quanto in quelle musicali.
Il periodo che si può certamente definire
il più prolifico per Sinatra è quello a cavallo tra gli anni ’40 e ’60; è in
questa fase infatti che la voce dell’artista diviene la più popolare non solo
nel mondo della settima arte, ma anche della radio. Sul fronte della carriera
musicale il genere con il quale l’italo-americano comincia ad essere
identificato è quello dello Swing e del Jazz, il cui stile sarà destinato ad
essere imitato ed emulato negli anni immediatamente successivi dai più grandi
cantanti (si pensi a Teddy Reno o a Johnny
Dorelli,
che da Sinatra erediteranno il suo stile canoro, ossia quello del “canticchiare
sussurrando” al pubblico).
È proprio intorno alla metà degli anni
’50, parallelamente alla sua rifiorita carriera cinematografica, che Sinatra
registra alcuni dei suoi brani più celebri, contenuti in album come Songs for Young Lovers, che comprendeva My Funny valentine, I Get a Kick Out of You e They Can't Take That Away from Me, capolavori dei
compositori Lorenz Hart, Richard Rogers, dei fratelli George e Ira Gershwin, arrangiati da Nelson Riddle, In the Wee Small Hours, del 1955, in cui erano contenuti In the We Small Hours of the Morning, Last Night When We Were Young e This Love of Mine e, nel 1956 Songs for Swingin' Lovers!, che racchiudeva la celebre I've Got You Under My Skin, You Make Me Feel So Young, Pennies from Heaven e Too Marvelous for Words.
Con 150 milioni di dischi venduti, 59
album per un totale di 2200 canzoni, Sinatra era considerato (e lo sono
tutt’ora le sue canzoni) uno dei più importanti artisti musicali, colui che
incarnava gli ideali del sogno americano insieme a Chuck Berry, i Beatles, i Rolling Stones, Elvis Presley.
Alla base del successo di tale artista vi
erano le sue doti sceniche e canore, ma soprattutto il suo carisma e il modo
con cui egli comunicava ciò che voleva trasmettere al grande pubblico. Sinatra
è stato insomma, insieme a tanti altri della sua generazione, uno degli artisti
più apprezzati e popolari, specie negli anni del boom economico e quelli
immediatamente precedenti. Le sue canzoni ed interpretazioni hanno attraversato
tante generazioni, sono entrate nella quotidianità delle nostre nonne, delle
nostre mamme e sono ancora oggi in parte ascoltate da
molti giovani che, nonostante siano circondati da tanta musica commerciale,
nutrono ancora un grande interesse per la musica di un tempo.
In questo secolo abbiamo sì perso l’uomo,
il cantante, l’attore, ma di certo non le sue canzoni che resteranno eterne.
Lavinia Alberti
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