29 marzo 2012

Fede: "Non credo lascerò Mediaset"


MILANO - Dopo il licenziamento, questa mattina alle 10,15, come tutte le mattine negli ultimi anni, Emilio Fede è tornato negli studi di Mediaset. "Sono al mio posto qui in ufficio, senza sapere se andrò in onda con la prima edizione del mio Tg", ha detto l'ex direttore senza nascondere la sua amarezza e il suo sconforto. "Sto aspettando che il capo del personale o chi per lui mi dica cosa devo fare", ha aggiunto.

"La mia situazione non è chiara al momento neppure a me - ha detto Fede - in realtà è già stato designato un nuovo direttore quindi io non so cosa posso o cosa devo fare oggi. I miei collaboratori sono tutti sorpresi, disperati, anzi di più - ha aggiunto il direttore - nessuno si aspettava una cosa del genere". La redazione del Tg4 al Palazzo dei Cigni Milano 2 è stata in effetti colta di sorpresa. Quasi tutti hanno appreso del licenziamento dalla nota ufficiale e stamattina sono arrivati in ufficio cercando di capire qualcosa di più. "Certo che ci siamo rimasti male e increduli - dice una collaboratrice che come altri preferisce non sia fatto il suo nome - dopo tanti anni che si lavora insieme è tristissimo che finisca così".



Stamattina quindi Fede è tornato al lavoro. "Non ho nulla da dire. Lascio la direzione anticipatamente sì. Lascio Mediaset? Credo di no. Mi era stato chiesto di lasciare il primo luglio, ma io chiedevo una proroga. Mi ero intestardito più del necessario e loro si sono seccati. Allora vai via adesso mi hanno risposto. E' una loro decisione di fronte alla mia eccessiva testardaggine", ha spiegato sul fatto che non sarà più lui il direttore del Tg4. "Arriva un ragazzo per bene come Giovanni Toti", ha detto.

Fede aveva annunciato da tempo circa la sua intenzione di lasciare Mediaset a giugno (in vista delle 81 primavere), o comunque entro il 2012. Negli ultimi mesi l'ormai ex direttore del Tg4 aveva anche ipotizzato di scendere in politica, naturalmente nel Pdl. Aveva però a più riprese smentito di aver raggiunto un accordo con l'azienda, mentre circolavano indiscrezioni mai confermate su una buonuscita milionaria. Nella trattativa di questi mesi si era discusso di soluzioni consensuali, come la possibilità per Fede di continuare a condurre un programma di prima o seconda serata, di restare in azienda come consulente, di diventare - come ha spiegato lui stesso - direttore editoriale dell'informazione.

Ma ieri sera l'epilogo era stato diverso. Dopo il Tg, il capo del personale del gruppo e un avvocato sono andati nell'ufficio di Fede per uscirne un quarto d'ora più tardi. Poi è arrivato il comunicato di Mediaset. "Dopo una trattativa per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non approdata a buon fine, Emilio Fede lascia l'azienda", si legge. L'azienda "lo ringrazia per il lavoro svolto in tanti anni di collaborazione e per il contributo assicurato alla nascita dell'informazione del gruppo".

E, ancora, Fede ci tiene a precisare. "Mai detto, neppure pensato, che dietro il mio rapporto con il Tg4 ci sia la mano di Confalonieri. Ad Antonello Caporale di Repubblica che mi annunciava il licenziamento ho soltanto risposto non so nulla, adesso provo a sentire".

Caro emilio,
forse non mi conosci abbastanza e quindi presumi che io abbia voluto infierire. Non l'ho mai fatto con nessuno e non lo farei con te adesso, benché il tuo stile giornalistico - che ha avuto onori di cui prendo atto - sia lontano anni luce dal mio modo di praticare questo mestiere. Tu avverti la necessità di ricordarmi di non aver mai riferito il nome di Confalonieri quale decisore del tuo licenziamento. Io desidero rammentarti un'ovvietà: a mia domanda (ti ha licenziato in questo modo, questa è la mano di Confalonieri), tu mi hai risposto: sì, è di Confalonieri. Ed era un'ovvietà della quale - dal tuo punto di vista - non potevi che prendere atto, per i modi e i tempi che hanno scandito il benservito.
Come ricorderai, nella conversazione che pure è finita nelle pagine di Repubblica il giorno precedente a questo, io ti avevo interrogato anche circa la distanza che separa i figli del presidente Berlusconi da te, e la loro - a quanto ne so - determinazione a veder ridotto il tuo apporto a Mediaset, diciamo così. Anche in quel caso tu non hai potuto che darmi risposta affermativa. Questioni di spazio mi hanno indotto a ridurne l'enfasi. Ma di "trame dentro Mediaset" contro di te hai ancora parlato al Corriere solo ieri. Non conosco la viltà, questo mi preme dire e confermare.
Antonello Caporale
(Repubblica)

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