29 aprile 2012

Marijuana: la toscana ha detto si!

In Toscana si delinea all’orizzonte una svolta clamorosa: la Commissione sanità del Consiglio regionale, è pronta per varare una legge regionale per l’uso terapeutico della marijuana.

Solo Pdl e Udc si sono opposti al testo presentato, che rappresenta la sintesi di due proposte legge. La Commissione ha fatto diverse consulenze prima di emanare il testo: tra gli altri ha ascoltato diversi pazienti, che hanno assicurato diversi aspetti positivi dell’uso della marijuana e, sopratutto, una mancanza di effetti collaterali.



Purtroppo, solitamente, sono i barbiturici e gli oppiacei a dare sollievo in molte terapie, ma gli effetti indesiderati a volte sono davvero drammatici. La cannabis, con i suoi effetti e la sua possibile applicazione in campo medico, è oggetto di feroci diatribe oramai annose.

In tutto il mondo. Semplificando un po’ la discussione, possiamo dire che a favore troviamo importanti istituti come l’Accademia Nazionale delle Scienze negli Usa,  la British Medical Association ed il Comitato per la scienza e la tecnologia della Camera dei Lord nella sponda inglese dell’Atlantico.

In Italia la questione è purtroppo, come troppo spesso accade, politica. Il principio attivo, in forma galenica è già contenuta in tabella II B delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Sotto il nome di infiorescenza di Cannabis essicata è vendibile solo sotto prescrizione medica.

Paolo Notaro, dell’associazione NoPain, che promuove nel nostro paese la cultura della terapia del dolore, ha dichiarato:  “In alcune regioni è già previsto l’uso e il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale. Si può dare per aerosol o diluita come tisana. Solo che è a carico del paziente, che deve spendere 400-500 euro al mese e quindi non tutti possono permettersela”.

Notaro continua con un parere molto forte a proposito dell’iniziativa toscana: “Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di spostare l’attenzione sulla cannabis non dal punto di vista dell’uso delinquenziale, ma di quello terapeutico. Questo purtroppo è un argomento che si presta ai soliti schieramenti da guelfi e ghibellini. In realtà, con le droghe non c’entra nulla. La gente si informa, va su internet, e finisce magari per andare a comprare il farmaco derivato dai cannabinoidi di cui ha bisogno, in Svizzera. Sono farmaci, vanno usati sotto controllo di medici competenti e visto che in Italia a torto o a ragione c’è questa problematica sull’uso per altri fini, ben venga un controllo maggiore, a garanzia di tutti: dei professionisti che magari la prescrivono ma anche dei pazienti che sono controllati. Insomma lo stato dell’arte è che esistono già molecole sintetiche dei cannabinoidi. Perciò vorrei rassicurare che sono prodotti farmacologici e che vengono utilizzati a scopo terapeutico e non delinquenziale. La loro azione è abbastanza conosciuta e descritta”.

La marijuana fa ancora paura nel nostro paese, ma è oramai un retaggio culturale; il problema è che i retaggi culturali sono quelli più difficili da cambiare. A volte ci vogliono parecchi lustri.

Una speranza in questo senso la fornisce Luca Moroni, presidente della Federazione cure palliative: “La nostra esperienza come federazione cure palliative è che i cittadini sono molto molto ricettivi rispetto a questo tipo di stimolo, perché una volta informati le barriere di tipo culturale sono molto facilmente superabili. Lo sono meno nella nostra esperienza, da parte dei professionisti”.

(quellichelafarmacia.it)

Guardate il documentario che avevo giorni fa postato: http://postillare.blogspot.it/2012/03/documentario-interessantissimo-sulla.html?spref=fb

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