Restano disperate le condizioni del ragazzo di 14 anni, L. P., che si è lanciato ieri mattina giù da una finestra del primo piano del liceo Cannizzaro, in via Generale Arimondi.
Il ragazzo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Villa Sofia, dove è ricoverato, in gravissime condizioni nel reparto di Neurorianimazione: ha riportato un trauma cranico-facciale, la
frattura di alcune vertebre cervicali e lesioni ai polmoni.
Ieri sera lo studente è stato trasportato d'urgenza in sala operatoria dove i medici hanno cercato di ridurre un'emorragia cerebrale. Lo studente ha superato l'intervento e anche la notte, ma in mattinata le sue condizioni generali si sono aggravate ulteriormente. I medici, qualche minuto fa, lo hanno trasportato di reparto per eseguire un esame Tac.
Il giovane avrebbe tentato il suicidio alla fine delle lezioni. Il preside dell'istituto ha affermato di aver letto alcune riflessioni "sull'inutilità della vita" appuntate dal giovane su un libro di storia ritrovato nella classe dalla quale si è lanciato.
Al momento della tragedia L. P. era solo in classe. Secondo le prime testimonianze, il ragazzo sarebbe rimasto in aula dopo che la campanella dell'uscita era suonata e avrebbe riferito ad alcuni compagni di essere "in attesa di qualcuno". Poi, il volo e lo schianto sull'asfalto. I compagni di scuola parlano del ragazzo come di un tipo sereno anche se un po' introverso, che non aveva particolari problemi con lo studio:in mattinata,però era stato interrogato in matematica e l'interrogazione era andata male, ma l'insegnante gli aveva dato la possibilità di recuperare non assegnandogli
frattura di alcune vertebre cervicali e lesioni ai polmoni.
Ieri sera lo studente è stato trasportato d'urgenza in sala operatoria dove i medici hanno cercato di ridurre un'emorragia cerebrale. Lo studente ha superato l'intervento e anche la notte, ma in mattinata le sue condizioni generali si sono aggravate ulteriormente. I medici, qualche minuto fa, lo hanno trasportato di reparto per eseguire un esame Tac.
Il giovane avrebbe tentato il suicidio alla fine delle lezioni. Il preside dell'istituto ha affermato di aver letto alcune riflessioni "sull'inutilità della vita" appuntate dal giovane su un libro di storia ritrovato nella classe dalla quale si è lanciato.
Al momento della tragedia L. P. era solo in classe. Secondo le prime testimonianze, il ragazzo sarebbe rimasto in aula dopo che la campanella dell'uscita era suonata e avrebbe riferito ad alcuni compagni di essere "in attesa di qualcuno". Poi, il volo e lo schianto sull'asfalto. I compagni di scuola parlano del ragazzo come di un tipo sereno anche se un po' introverso, che non aveva particolari problemi con lo studio:in mattinata,però era stato interrogato in matematica e l'interrogazione era andata male, ma l'insegnante gli aveva dato la possibilità di recuperare non assegnandogli
un voto.
All'ospedale intanto restano in attesa i genitori del ragazzo, entrambi dipendenti della Regione (il padre è dirigente dell'assessorato alla Famiglia), incapaci di spiegarsi il perché di un gesto inspiegabile.
All'ospedale intanto restano in attesa i genitori del ragazzo, entrambi dipendenti della Regione (il padre è dirigente dell'assessorato alla Famiglia), incapaci di spiegarsi il perché di un gesto inspiegabile.
(Repubblica)
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