4 giugno 2014

I mercati di Palermo

Buongiorno amici!
A quanti di voi è capitato almeno una volta di addentrarvi nei mercati di Palermo e di chiedervi come fossero prima?
Facciamo un viaggio “virtuale” in questo pezzo di storia della nostra città.

Iniziamo dal mercato della Vucciria in Piazza Caracciolo, così pittoresca da aver ispirato a Guttuso il magnifico dipinto "La Vucciria". Era il mercato alimentare preferito dai palermitani, soprattutto dagli intenditori di generi alimentari freschi e genuini. Il nome deriva dal francese "boucherie", che significa macelleria ma era rinomato il pesce che si vendeva a prezzi accessibili e molto più conveniente rispetto alle pescherie cittadine.  Questa piazza, ogni giorno, fino a tarda sera, era come un palcoscenico. Ovunque e tono su tono, le voci dei venditori  illustravano la bontà della loro merce. Vi si trovavano tutti i generi alimentari possibili e immaginabili e tante bancarelle con spezie e odori. Ci si muoveva insomma tra odori, sapori e colori. Oggi questo mercato ha perso la sua importanza. Alcuni venditori hanno chiuso bottega e la sera si trasforma in un punto di incontro per  ragazzi che vogliono divertirsi.

Altro grosso mercato popolare è quello del Capo a Porta Carini, dietro il Tribunale di Palermo. Il Capo era mercato popolare ancor più di quello della Vucciria, in parte perchè i prezzi erano ancora più bassi (ma a discapito della qualità), in parte perchè serviva principalmente i quartieri limitrofi che erano quelli dell'allora fatiscente centro storico palermitano. Il mercato alimentare vero e proprio è collegato da viuzze a quello che era il mercatino di Sant'Agostino, dove c'era un ricco e interessante mercato di stoffe, dai tendaggi alla lana. Qui si trovava di tutto: dalle pantofole alle stoviglie, dai fiori finti ai cappelli e tutto ciò che riguardava l'ambito casalingo o di sartoria. Oggi tutte le botteghe di stoffe e tendaggi sono state sostituite con negozi "Made in China" dove si può acquistare abbigliamento a bassissimo costo a scapito del "Made in Italy" (che ormai, comunque, tanto Italy non è).

Ultimo notevole mercato alimentare è quello di Ballarò che si trova tra Piazza del Carmine e Piazza Ballarò, nel vecchio quartiere dell'Albergheria. I generi alimentari qui non erano di eccezionale qualità e nei giorni di fine settimana si assisteva a vere e proprie svendite di beni di diversi generi, e non solo alimentari!
Tra i mercati non alimentari ricordiamo "I Lattarini" . Questa parola deriva dall'arabo suk-el-attarin, ovvero mercato dei droghieri, che negli anni rivoluzionari del '68 furono le più frequentate boutique dei giovani. Vi si trovavano a buon prezzo anche i jeans americani originali, tute e impermeabili di gomma, maglioni e scarponi militari. Oggi è rimasto qualche negozietto che vende articoli per la neve e qualche magazzino di lana all'ingrosso.
Il Mercato delle Pulci era un'accozzaglia immensa sottoforma di bidonville di "patacche". Vi si potevano trovare imitazioni di quadri famosi, oggettistica varia, libri antichi e qualche oggetto di antiquariato. Oggi di tutto questo resta ben poco ma vale la pena passarci per trovare qualche buona occasione.
Con l'avvento dei supermercati prima e dei  centri commerciali poi, questi mercati hanno perso molta importanza. La cultura dei grandi centri commerciali aperti anche di domenica ha fatto sì che si perdesse la buona abitudine di fare la spesa nei mercati del centro storico dove, non solo si faceva la spesa all'aria aperta e il contatto coi negozianti era più diretto ma, per i più curiosi, era anche possibile approfittare di quel tempo a disposizione per fare un giretto nella propria città.
A presto.


Emiliana Modigliani

Foto di Debora Collotta ( Mercato del Capo)

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