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Viaggio di Debora Collotta
Varsavia
Varsavia
è la capitale della Polonia ( e su principale centro
scientifico, culturale, politico ed economico). E’ la più grande città del
paese, situata sul medio corso del fiume Vistola. I monumenti di interesse storico si trovano
lungo la Strada Reale, una serie di vie che uniscono la Città Vecchia( Stare
Miasto ) e il Castello reale con il palazzo sull’acqua e il Wilanòw.
La città
è stata ricostruita e restaurata nelle sue forme originarie. Se non fosse stata
distrutta sarebbe stata inserita fin dal 1980 nell’elenco dei Patrimoni
dell’Umanità Unesco.
Io adoro
l’antico centro di Varsavia con la sua struttura medievale: è uno slargo
pittoresco e suggestivo. E’ molto vivace e popolata fino a tarda notte, infatti
è piena di caffè e ottimi ristoranti a prezzo stracciato( forse anche per la
valuta locale che è lo Zloty).
Nella
piazza del mercato oltre al Castello reale e alle numerose e deliziose
chiesette è presente al centro la
Colonna di Sigismondo. Varsavia è una
delle poche capitali europee che conserva buona parte delle antiche mura: un
torrione centrale e quattro torri laterali sono sopravvissute al tempo, dopo la
seconda guerra mondiale parti delle mura furono ricostruite e il Barbacane fu
completamente riedificato.
Nella
città nuova un punto di interesse è il monumento alla Rivolta di Varsavia del
1944, molti abitanti quotidianamente vanno a posare candele o a sistemare
fiori, oltre che su questo anche su altri monumenti più piccoli sparsi per la
città.
Il centro
cittadino è sormontato dal palazzo della cultura e della scienza. Si dice che
nella costruzione siano state incorporate macerie di case distrutte durante la
guerra. Ancora oggi,questo simbolo della dominazione sovietica provoca reazioni
di plauso e critica.
Si può
salire in cima e di lì si ha una splendida vista sulla città.
La strada
reale è ricca di meravigliosi parchi e piccoli palazzi circondati da giardini.
Stupendo
è il parco Lazienki ( sento ancora il profumo di tutte quelle rose!!!)
“Gli slavi si concedono volentieri, ma non si danno mai. E Chopin è
più polacco della Polonia” (Louis Enault)
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