Ed eccoci arrivati ad affrontare una delle epoche più
misteriose e affascinanti della storia dell’umanità: Il Medioevo. Tale periodo
va dalla caduta dell’Impero Romano fino all’Età moderna, dunque dal V secolo al
XV secolo. Sappiamo bene che l’età medievale era caratterizzata dal potere
dominante ed opprimente della Chiesa sulla popolazione, potere che
inevitabilmente andò ad influenzare anche le attività teatrali, purtroppo non
in maniera positiva. Nel Medioevo infatti il teatro inteso come forma di
rappresentazione a scopo ludico o ricreativo sembrava destinato a scomparire
del tutto, tranne nei casi di rappresentazioni religiose all’interno delle
chiese in cui spesso erano gli stessi chierici a recitare episodi tratti dal
Vangelo, come ad esempio scene sulla nascita o sulla vita di Gesù, commentate
nel frattempo dal Sacerdote in modo che anche gli analfabeti potessero
comprendere le sacre scritture. Piano piano si ebbe la necessità di spostarsi
all’esterno di edifici religiosi per eseguire le rappresentazioni, ciò era
dovuto sia alla mancanza di spazio adeguato per la messa in scena sia per la
grande affluenza della popolazione (ed ovviamente anche perché all’interno dei
luoghi religiosi la libertà dei temi da trattare era piuttosto limitata), il
luogo di “teatro” si spostò dunque nelle piazze dove si iniziarono a tenere
delle forme di rappresentazioni profane, nacque così anche l’usanza di portare
questi spettacoli in giro per la città (usanza che si è tramandata fino ai
giorni nostri, basti pensare al carro di Carnevale su cui si svolgono
spettacoli teatrali). Il motivo per cui la chiesa era ostile alle attività
teatrali che non trattassero argomenti religiosi è abbastanza semplice: vi era
la convinzione che l’attore (ai tempi chiamato Istrione) andando a
rappresentare un personaggio diverso dalla sua persona e modificando la sua
espressione, il suo modo di parlare e fingendo determinati stati d’animo andava
contro natura e dunque contro la volontà di Dio, tanto che ai chierici era
proibito venire a contatto con Istrioni e Giullari; le cose però cambiarono
quando questi ultimi iniziarono a recitare seguendo testi scritti che la Chiesa
iniziò a conservare e ad utilizzare per feste paraliturgiche. La figura di questi
ultimi, nata proprio nell’era medievale, rappresentava una categoria di veri e
propri attori professionisti che si guadagnavano da vivere attraverso le loro
esibizioni nelle corti o nelle piazze. Nella nostra concezione il Giullare e il
Buffone sono più o meno la medesima cosa, in realtà il titolo di Giullare era
molto vago, infatti esistevano denominazioni specifiche per ogni tipo di
capacità esecutiva dell’attore Giullare, esistevano ad esempio gli acrobati, i
ballerini, i comici, gli indovini ecc. Successivamente si passò però ad una
distinzione netta tra il Giullare e il Buffone, gli ultimi infatti imitavano e
sbeffeggiavano semplicemente la gente per strappare qualche risata ed
intrattenere ad esempio durante i banchetti o nelle piazze, mentre i primi
erano quasi degli sceneggiatori in quanto creavano i versi che poi avrebbero
recitato nelle loro esibizioni. Una curiosità “medievale” riguarda la credenza,
ancora in voga, secondo la quale il colore viola porterebbe sfortuna se
indossato a teatro. Tale superstizione ha le sue radici proprio nel Medioevo ed
ancora una volta è legato a un usanza religiosa in particolare, ovvero la
tradizione secondo la quale il sacerdote durante il periodo quaresimale indossa
una talare viola (utilizzata ancora oggi nelle funzioni tenute durante la
Quaresima). Il motivo per cui si pensa oggi che il colore viola porti sfortuna
è semplicemente dovuto al fatto che era severamente proibito mettere in scena
qualsiasi forma di rappresentazione teatrale (religiosa e non) durante il
periodo quaresimale, la pena era l’arresto! Così, questo “tabù” si è conservato
nei secoli fino ai giorni nostri, ma sotto forma di superstizione. Purtroppo
vista la censura relativa alle attività teatrali esterne agli argomenti
religiosi la storia dell’umanità ha dovuto fare a meno di ben dieci secoli di
testi teatrali e rappresentazioni significative, per cui non c’è molto altro da
dire sul teatro medievale. Fortunatamente con l’avvento dell’Era moderna si ha
una rinascita della quale parleremo nel prossimo numero. Dal Medioevo è tutto,
alla prossima!
Daniele Noto
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